L'impressione che ebbi del Sudan, nel precedente viaggio del 2013, fu di un posto senza compromessi per via della sua resa estremamente variabile. Dopo due giorni di catture a raffica passammo i restanti tre non vedendo una pinna, quasi fossimo in Mediterraneo.
Quest'anno abbiamo deciso di riprovare consci che lo spot
avrebbe comunque riservato delle sorprese tuttavia, rispetto al precedente viaggio, batteremo l'area di Masharifa, a nord di Port Sudan.
Partenza il 5/5 da Malpensa, sento Mario poco prima di
arrivare in aeroporto ed è già sbroccato: si è fumato un intero pacchetto di
sigarette prima ancora di partire (n.b.: il soggetto non fuma fuori dai viaggi
tropicali).
Di notte sull'aereo le nostre importanti discussioni sulla
pesca sono disturbate da una vegliarda che ci cazzia per il tono alto della
voce. Verrebbe da fanculizzarla ma quando si gira Mario mi fa notare un
particolare interessante: la signora ha una bella “coda” di carta igienica bianca
che gli esce dai pantacollant neri, che anche un cieco vedrebbe. Chissà sin
dove se la sarà portata prima di togliersela!
Dopo coincidenza a Dubai e ripartenza per Port Sudan, arriviamo
il 6 in tarda mattinata. All'aeroporto ci aspetta il solito pulmino,
destinazione Nord:
Prima di partire per il nord, Mario ne approfitta per una
foto ricordo davanti alla "Ferrari" locale:
Le oltre tre ore di viaggio per raggiungere la barca ci
permettono di gustare la parte interna del Sudan, mai visitata prima; classica
zona desertica che alterna pianura e montagna. Curiosi gli arbusti inclinati
tutti verso sud, probabilmente a causa del vento. Gli unici animali che si vedono,
oltre a qualche sperduto ovino e dei dromedari, sono le immancabili capre nere,
che si stagliano come macchie nel paesaggio di una tinta uniforme. L’autista ci
rammenta che il loro paese è un produttore mondiale di questi bovidi, io
ricordo solo che nell’ultimo viaggio erano molto buoni arrosto :-)
Il Mar Rosso è una delle zone più aride del globo, con scarse
precipitazioni, ma la sfiga vuole che proprio il giorno prima ci sia stato il
diluvio universale ed infatti il pulmino rimane impantanato. Tutti a spingere
con un simpatico locale che si gusta la scena:
Finalmente dopo svariate ore ed altrettanti posti di blocco,
arriviamo ad un piccolo porticciolo dove ci attende Federico, alias Fede, sullo
barca apopggio dove alloggeremo: lo Scuba Libre.
La sistemazione, come già sapevamo, è molto spartana con barca
un po' datata che richiederebbe più manutenzione (sarebbe troppo avere almeno uno
specchio ed appendi panni nel bagno?) comunque, dato che la temperatura è
sopportabile, e non siamo in crociera, direi che è sufficiente per una vacanza
di pesca. In compenso il cibo è buono e Fede ci farà trovare persino Nutella
spalmata sulle Kisra (sorta di piadine
locali ) a colazione ed un’ottima lasagna a pranzo.
Primo giorno
Si comincia a battere i reef di Makawwar,
popper, stick e jerk, ma dopo un'intera giornata di lanci realizziamo che, more
solito, il pesce è rado e svogliato; pochi attacchi e la gran parte lisciati causa mangiate da “canarino” che spizzica.
Uno spanish mackerel e un GT perso da Mario, un bel barracuda dal sottoscritto e
solo un paio di red snapper catturati.
A sera attratto dalle luci della barca faccio la conoscenza con un serpente di mare, quello che dovrebbe avere il veleno più
potente di un cobra, grosso all'incirca come un'anguilla.
Purtroppo non faccio in tempo a fotografarlo.
A seguire una simpatica tartaruga che nuota affannosamente
vicino la barca; deve essersi appena schiusa e già presenta segni di un morso alla
testa:
che vita di merda per questi rettili: sei in spiaggia ed i serpenti cercano di sbranarti, sei in mare ed i pesci cercano di mangiarti, sali in superficie e sei cibo per gli uccelli...brrrr.
Secondo giorno
Mario incanna finalmente il primo GT, nulla di eccezionale,
dato lo scarso numero di attacchi sarà senz'altro quello pagato dall'ente turismo per mangiare almeno una volta
agli sfigati e fargli credere che qualcosa gira.
Foto veloce....
Foto veloce....
rilascio....
e si torna in pesca.
Intanto si è alzato il vento e lanciare comincia ad essere difficoltoso; provo a mettere un paio di piccoli jerk per vedere se attirano qualcosa di scazzato ma...zac! leader segato!!! Provo un secondo jerk e... zac! ma vaffanculo!!!
Metto uno stick recuperato a canna alta a mo' di skipping in
modo da non lasciare molto filo in acqua dato che i bastardi mangiano alla
giunzione braid-nylon e prendo un modesto barracuda:
Questo sarà l'unico modo per limitar un po' le esche che i ba(sta)rracuda ci mieteranno durante tutto il viaggio, perché buona parte della mia collezione sarà decimata da quest’infami.
A cena il cuoco ci cucina il barracuda e devo confessare che, da come me lo avevano
descritto, l'immaginavo peggio; invece ha una carne molto delicata e gradevole da mangiare. E
poi c’è la soddisfazione di fare a lui quello che loro faranno a noi per tutto
il viaggio ;-)
Il secondo giorno si conclude nel più totale sconforto:
pochi pesci, mangiano male e vento che ti fa passar la voglia di stare in
barca.
Popper quasi invisibili, attacchi solo a stick/jerk.
Popper quasi invisibili, attacchi solo a stick/jerk.
Il vento è calante ma pur sempre fastidioso per fare vertical così decidiamo di riservare anche questa giornata a popping/stick.
La forte corrente proveniente da sud unita al
vento che spira da nord crea grosse onde che si abbattono sul reef con montagne
di schiuma bianca.
Un bel jerk sparato nei frangenti e..sbam! Finalmente arriva il primo GT decente:
Un bel jerk sparato nei frangenti e..sbam! Finalmente arriva il primo GT decente:
Tuffo in acqua per favorire l’ossigenazione….
Neanche 5' minuti dopo è Mario ad averlo in canna:
un bel padellone con la capoccia gibbosa e la faccia
incazzata che, con i suoi "vocalizzi, sembra dirti: “mollami sennò ti spacco il grugno!”
Cambio il jerk con uno stick perché riesco a spararlo meglio
col vento; il tempo di qualche lancio e di nuovo padellone in canna:
Io a rifare il nodo pr e Mario che continua a mattare GT:
Siamo al limite del reef, dove forti correnti s'incontrano creando mulinelli in su canyon sommersi di coralli; qui mi s'intana un affare bello grosso che non c'è verso di staccarlo dalla caverna dove s'è imboscato. Per fortuna a via di tirare riesco almeno a recuperare l'esca. Aggiungo che manovrare il pesce in mezzo alle correnti turbolente, con la barca che si muove come sulle montagne russe, non è piacevole e mi crea un po’ di tensione. In compenso Mahmoud, la nostra guida, governa benissimo la barca.
Nuovo lancio nuovo GT:
I GT attaccano a raffica, non c'è tempo di fotografare i pulcinotti sui 10kg nè alcune doppiette sui 20 kg perché Mahmoud non può lasciare la guida della barca. Peschiamo dentro una “lavatrice” e ci mancherebbe solo di finire in acqua per riprendere una cattura.
Al termine del reef i GT sono finiti ma...cominciano
attacchi a mitragliatrice di bluefin, ogni lancio ne capita uno, pesci incazzatissimi che se arrivassero
alle dimensioni dei cugini maggiori non oso pensare cosa combinerebbero
all'attrezzatura:
È ora di rientrare allo Scuba per il pranzo, ci accordiamo
con Mahmoud perché non dica nulla a Fede circa le catture ed infatti, quando
torna dal giro coi moschisti, alla richiesta di cosa sia uscito rispondo: "nulla, e ti giuro che il prossimo anno si andrà in Sardegna almeno ci costerà meno se non prenderemo una mazza"!
Giusto il tempo di vederlo con la faccia di quello che non
sa cosa dire, gli mostro qualche foto e ci facciamo due risate :-)
Poteva finire qui la mattinata? No, perché mentre mi vado
fare una doccia pre-pranzo Mario e Fede continuano a lanciare appena fuori
dallo Scuba, facendo mattanza di bluefin e GT con attrezzatura light; è pieno di
pesce in attività:Fede ne rilascia uno, Mario ne aggancia subito un altro:
Persino i pam si divertono agganciando batfish con
mollica di pane per esca:
A pranzo Fede ci fa trovare un’ottima lasagna che valorizza
ancora di più la buona pescata mattutina :-).
Un’ora di siesta e si riparte per nuovo spot.
Nel pomeriggio il reef si fa più corposo con onde lunghe che
sembra di essere sulle montagne russe. Neanche mezz'ora di lanci che arriva il
primo GT; l’esca ingoiata sino all'esofago ci fa faticare non poco per
slamarlo:
Mezzora di lanci e nuovo padellone su stick skippato:
Siamo nel pieno di una battaglia: schiene inferocite escono
dai reef e si abbattono sulle esche come tori scatenati. Per nostra fortuna,
appena agganciati puntano sul dropoff piuttosto che al reef, dandoci il tempo
di gestirli con la barca, che diversamente non potrebbe avvicinarsi.
In media sono taglie un po' più grandi di quelle mattutine:
Scendono dal culmine dei frangenti come diavoli....
o si materializzano dalla schiuma ....
è un continuo lanciare, sbam e recupero a manetta per toglierli dal reef..
se qualcuno si slama c'è subito il concorrente a prendere il posto prima che l'esca sia in barca....
Peccato non averlo ritratto stremato che grondava sudore
come uscito da una sauna :-)
... tra mattina e sera,
contando le sole misure 15-30kg, avremmo fatto una trentina di GT.
La cosa
anomala che riscontriamo è la totale assenza di altre catture: niente barracuda,
snapper, cerniame vario, sempre e solo GT, con una raffica di bluefin nella
mattinata concentrati in una sola area del reef.
Per qualche misterioso fenomeno, quando si muovono in massa
questi carangidi, gli altri pesci stanno alla larga!!!
Dopo cena dalla barca la musica non cambia: Mario continua
a far mattanza di bluefin con l’attrezzatura light e, tra un pesce e l’altro,
ci scappa pure qualche rottura di probabile GT. Io invece sono troppo stanco per
prendere ancora la canna; spiace solo non aver trovato le forze per un po’ di
foto notturne.
Che dire: non è stata una bella giornata di pesca, è stata
una giornata da Dio :-).
Quarto giorno
Il quarto giorno, grazie anche al vento che è sceso, si apre con la volontà di fare vj; di GT ne abbiamo fatti abbastanza ed è ora di tentare le altre 2 prede pregiate: coral e dogtooth.
Alcuni divers incontrati il giorno prima ci hanno riferito di aver visto doggy e qualche grosso yellofin su diversi plateau in zona, cosa confermataci dai loro video che Fede ha visionato.
Iniziamo dal reef di Abington: c'è una forte corrente alle punte che sposta rapidamente il jig da 300gr. e solo l'abilità di Mamhud nel raddrizzare continuamente la barca ci permette di fare adeguatamente un vertical e non un diagonal-jigging.
Jig inchiodato sul fondo, della serie: non capisco se è corallo od altro. Poi qualcosa che si muove lentamente con Mamhmud che fuga ogni dubbio: fish! fish! Non è un pesce, è un caterpillar che si sta' portando a spasso la barca come la tenesse al guinzaglio...niente da fare, incagliato e rotto!!!
Ma qualcosa di più umano no??? Va bè almeno sappiamo che c'è vita laggiù :-)
Altro giro intorno al reef, una botta decisa con canna piegata; non ci sono le fughe nervose di un doggy ma un tiro ad incudine forte e costante...e poco dopo si materializza la prima cattura a vertical: diamine! ancora GT????
Non che mi faccia schifo per carità ma è che ne abbiamo abbastanza ed avrei voglia di qualcosa di dentuto.
Accontentati: angolo estremo del reef dove s'incontrano poderose correnti, calata, jiggata e zac! leader tagliato! Cala Mario, jiggata e zac! di nuovo tagliato!
Veloce sostituzione per entrambi, calata e zac! zac!...ma porca pu@@ana!!! Va bè, cambiamo spot.
Proviamo su un reef vicino, Mario stampa il primo doggy a vertical, un pulcinotto sui 2 kg che ci fa sperare sui loro fratelli maggiori. Nuova calata dei jig e zac!
Ora m'avete rotto, vediamo che ne dite se vi metto una bella treccia finale sul leader in nylon, stile terminale da popping; al diavolo se si vedrà qualche cattura in meno.
Calata e botta, canna piegata in verticale, diamine stavolta è bello! zaaac! e dove t'ha tagliato il bastardone? sulla cappiola della treccia di nylon doppiata!!
Io mi chiedo come puo' il creatore aver concepito un pesce così infame, uno stronzone che si diverte a mangiare sul punto di giunzione braid-nylon, sulla cappiola di una doppiatura di nylon, su...tutto tranne che sull'amo!!!
C'è una sorta d'inferno dantesco lì sotto dove ai gironi più alti ci sono nuvole di barracuda che non lasciano passare neanche un jig e sotto satanasso in persona,che assumerà ora le sembianze di una cernione, ora quelle di un doggy enorme, ora quelle di un…qualcosa di bestiale.
In mezza giornata abbiamo fatto fuori tutta la classe di jig 200-300gr.
Nel pomeriggio ricominciamo a jiggare ma dopo ennesima rottura Mario, sull'orlo di una crisi di nervi, comincia a sbarellare dicendo di voler tornare a GT perché non ne può più di regalare esche a quei merdosi. Facciamo una capatina su alcuni reef vicini per sfruttate le ultime 2 ore di pesca; stick lanciato e sbam! padellone in barca:
Accontentati: angolo estremo del reef dove s'incontrano poderose correnti, calata, jiggata e zac! leader tagliato! Cala Mario, jiggata e zac! di nuovo tagliato!
Veloce sostituzione per entrambi, calata e zac! zac!...ma porca pu@@ana!!! Va bè, cambiamo spot.
Proviamo su un reef vicino, Mario stampa il primo doggy a vertical, un pulcinotto sui 2 kg che ci fa sperare sui loro fratelli maggiori. Nuova calata dei jig e zac!
Ora m'avete rotto, vediamo che ne dite se vi metto una bella treccia finale sul leader in nylon, stile terminale da popping; al diavolo se si vedrà qualche cattura in meno.
Calata e botta, canna piegata in verticale, diamine stavolta è bello! zaaac! e dove t'ha tagliato il bastardone? sulla cappiola della treccia di nylon doppiata!!
Io mi chiedo come puo' il creatore aver concepito un pesce così infame, uno stronzone che si diverte a mangiare sul punto di giunzione braid-nylon, sulla cappiola di una doppiatura di nylon, su...tutto tranne che sull'amo!!!
C'è una sorta d'inferno dantesco lì sotto dove ai gironi più alti ci sono nuvole di barracuda che non lasciano passare neanche un jig e sotto satanasso in persona,che assumerà ora le sembianze di una cernione, ora quelle di un doggy enorme, ora quelle di un…qualcosa di bestiale.
In mezza giornata abbiamo fatto fuori tutta la classe di jig 200-300gr.
Nel pomeriggio ricominciamo a jiggare ma dopo ennesima rottura Mario, sull'orlo di una crisi di nervi, comincia a sbarellare dicendo di voler tornare a GT perché non ne può più di regalare esche a quei merdosi. Facciamo una capatina su alcuni reef vicini per sfruttate le ultime 2 ore di pesca; stick lanciato e sbam! padellone in barca:
poco dopo anche Mario ne aggancia uno, inizialmente sembra "solo" un bel GT, poi comincia a picchiare e sfrizionare puntando velocemente sul fondo. Mario inizia a pompare passando da una parte all'altra della barca, dopo mezz'ora di combattimento qualcosa si stacca lentamente dal fondo, sale e finalmente svela l’arcano: non trattasi di big GT ma big squalo che porta in bocca un GT sui 20kg, con la capoccia e la coda che escono dalle mascelle. Mario mette la canna in verticale e fa rompere, non potendo più sopportare un ulteriore prolungarsi del combattimento.
La prima giornata a vj termina con semi-disfatta; a parte il GT, abbiamo perso un fottio di esche, il grosso grazie ai bastarcuda che ci han seguito ovunque come la nuvoletta di Fantozzi.
Escluso il pulcino, niente doggy, niente coral, neanche una sventurata cernia che si sia degnata di assaggiare i jig :-(
Cio' che ricordavo di questo pesce, mai visto prima, è quando Andrea, descrivendo l'unicità delle pescata alle Laccadive, iniziava sempre con un: "...branchi di Napoleoni che inseguivano i popper ad ogni lancio.." ed ora è davanti a me, pingue e rotondo come un porcello appena uscito da una gara di body-painting.
Basterebbe questa cattura per chiudere tutto e tornare in barca, ma il gioco continua.
Escluso il pulcino, niente doggy, niente coral, neanche una sventurata cernia che si sia degnata di assaggiare i jig :-(
Quinto giorno
Su consiglio di Fede, proveremo una zona a nord più distante che c’impegnerà per l'intera giornata di pesca. Non mi entusiasma l'idea di stare tutto il giorno sotto il sole, ma pur di fare qualcosa di decente a vj va bene.
Dato che il parco artificiali langue, l'unico jig oltre i 150 gr rimasto è il mitico "sardina" Geologic della Decathlon (180gr), che monto con un polipetto sull'amo; in qualche viaggio precedente guarnire l’amo del jig ha fatto la differenza.
Cominciamo a jiggare su una pass non molto profonda, credo sui 40 mt, tra 2 plateau. Già alla prima calata escono un paio di cerniotte sul kg, giusto per far capire che almeno c'è movimento e, cosa importante, niente bastarcuda tra i piedi. Poi finalmente la prima coral, piccolina ma è pure sempre benvenuta:
A giudicare
dalle continue pizzicate e slamate sull’esca la pesca sembra movimentata.
All’ennesima calata mi accorgo che il filo, non ancora sul fondo, si sposta
leggermente controcorrente. Ferro ma l'artificiale è agganciato al fondo,
sembra muoversi leggermente ma non capisco se sia il semplice movimento della
barca che avanza sino al punto d’incaglio. Forzo ulteriormente ma guadagno solo
qualche centimetro; mi fido dell’ottima canna Akabadora, ma non vorrei ripetere
l'esperienza di altra rotta proprio per disincagliare un jig dal fondo.
Pompaggi lenti, con canna tutta piegata, comincio a guadagnare filo, niente
testate, niente fughe, solo una forte resistenza, come se il fondo salisse
gradualmente in superficie. A 5 mt dalla barca comincia ad intravedersi una
palla color giada che si muove lentamente descrivendo una sorta di
"8"
Cio' che ricordavo di questo pesce, mai visto prima, è quando Andrea, descrivendo l'unicità delle pescata alle Laccadive, iniziava sempre con un: "...branchi di Napoleoni che inseguivano i popper ad ogni lancio.." ed ora è davanti a me, pingue e rotondo come un porcello appena uscito da una gara di body-painting.
Basterebbe questa cattura per chiudere tutto e tornare in barca, ma il gioco continua.
Dopo sosta
presso isola per pranzare, si riprende a stick su un lungo reef e Mario
aggancia un mostro di barracuda, ha denti enormi e si slama mentre è sotto la
barca; ad occhio avrà fatto sui 15-20 kg, mai visto un affare del genere!
Sul tardo
pomeriggio torniamo nei pressi della pass dove è uscito il napoleone; altro pesciame
a vj e finalmente esce una coral degna di nota:
Termina la
giornata e di doggy neanche l'ombra, ma un napoleone basta e avanza :-)
Sesto giorno
L’ultimo
giorno torniamo a fare un po' di popping ma la situazione è molto avara; reef
poco potenti, pesce smaliziato, scarsa attività. Dopo un po' di spizzicate a
vuoto decido di calare la dimensione dell’esca e monto uno piccolo stick Miss
Carna sui 50gr, di quelli belli rumorosi con pallettoni interni. Siccome però
anche qui la sfiga ci vede benissimo, appena passo ad attrezzatura
più leggera (65lb), dopo che non è uscito nulla, un bel botto in superficie
firmato GT, rapida partenza e treccia spaccata, probabilmente causa aguglia
maledetta che aveva leso il braid.
Mario slama
un GT e stampa un paio di snapper ma è l’ultima cattura a lasciare l’ennesimo
ricordo: aggancia un barracuda, lo tiene per un po' si slama ma rimangia subito
dopo segando ancora una volta la giunzione braid-nylon; addio altro Orion.
Con l'ultimo
bastarcuda che si fotte l’esca si chiude la nostra pescata in Sudan.
Considerazioni finali
Anche il secondo viaggio in Sudan, per me, ha
confermato la premessa iniziale: uno spot senza vie di mezzo, capace di farti
passare dal paradiso al...purgatorio. Comunque un buon posto di pesca.
Per quanto riguarda l'attrezzatura, nulla da
segnalare, a parte un parziale blocco della girante di uno Shimano Stella
10000SW proprio durante una mia cattura, risolto da Mario muovendo la bobina
del mulinello (dopo non ha più dato problemi). Beati Stella FA, che rimangono
tutt'ora solidi e intramontabili.
Su una canna da popping il piede di un anello si è
slegato ed abbiamo fatto una legatura alla bisogna, fissata con dell'Attak e
trecciato. Già in passato questa colla mi ha risolto più di una situazione
drammatica e non mancherà mai in un viaggio di pesca.
Per le esche di superficie, da diversi viaggi abbiamo
verificato come i popperoni a bocca larga, cioè quelli che alzano molta acqua,
siano stati ormai soppiantati nella resa da stick/jerk. Per gli stick, belli
gli Orion, si lanciano bene e hanno un bel movimento sotto il pelo dell'acqua
anche nei reef più rabbiosi. Io ho usato i miei auto-costruiti, ma quelli
(Orion) di Mario han fatto un bel lavoro.
Le condizioni ideali per i GT si hanno con reef potenti, e questi si creano quando il vento da nord e le correnti da sud alzano le onde.
Per il vj, la presenza di barracuda a frotte possono
rendere un inferno la giornata di pesca, non foss'altro che i limiti di 30 kg
di bagaglio per l’aereo non permettono scorte abbondanti di esche, specie per i
jig.
Quest'anno non sono usciti doggy, ma son sicuro che
nei correntoni dove perdevamo esche su esche qualcosa c'era.
Mamhud è stata un'ottima guida di pesca che non ci ha
fatto rimpiangere il bravo Aizam incontrato nel viaggio scorso. E’ stato molto
bravo sia nel manovrare il pesce che nel tenere correttamente la barca, specie nel vj con mare sostenuto.
Ed infine un grazie anche a Fede che ci ha
supportati per l'intera nostra vacanza di pesca, facendo il possibile perché ci
sentissimo come a casa.